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Con il suo saggio, egli definisce la realtà del vissuto di Francesco Scaramuzza, pittore e poeta dell'Ottocento emiliano. L'artista sissese, da appassionato ed incisivo cultore del Rinascimento italiano, manifesta completamente tutto il suo genio, dopo l'esperienza romana, nell'organizzazione di temi riferiti al mondo degli spiriti, focalizzando le conquiste spaziali, prospettiche e cromatico - tonali, attraverso composizioni strutturate secondo schemi bilanciati di tipo scenico - illustrativo. Francesco Scaramuzza penetrò con così tanta veemenza nel mondo dantesco da persuadersi che a guidare le sue mani mentre disegnava la Commedia, o scriveva i suoi versi, fosse realmente il sommo poeta toscano.